Attualmente, l’imposta di soggiorno è riservata ai capoluoghi, alle unioni di comuni e alle località turistiche. La nuova normativa mira a estendere questa possibilità a tutti i 7.904 comuni italiani. L’obiettivo è semplice ma ambizioso: consentire a ogni amministrazione locale di ottenere risorse aggiuntive dai flussi turistici, anche in aree finora escluse.
Per esempio, se si desidera soggiornare a Lugnano in Teverina, in provincia di Terni, con l’approvazione di questa legge, si pagherebbe una tassa di soggiorno.
Inoltre, si prevede una rimodulazione delle tariffe dell’imposta, basata sul costo del soggiorno:
- Pernottamenti inferiori a 100 euro: la tassa potrebbe essere fino a 5 euro.
- Tariffe tra 100 e 400 euro: l’imposta potrebbe salire fino a 10 euro.
- Camere tra 400 e 750 euro: la tassa potrebbe arrivare a 15 euro.
- Soggiorni in hotel di lusso superiori a 750 euro a notte: l’imposta potrebbe raggiungere i 25 euro.
Questo sistema intende creare un meccanismo di equità , dove chi può permettersi di più contribuisce di più. I fondi raccolti potrebbero essere utilizzati non solo per migliorare le infrastrutture turistiche, ma anche per gestire servizi locali come la raccolta dei rifiuti.