Chi dorme poco mangia peggio: il legame che non ti aspetti tra sonno e fame nervosa

Chi dorme poco mangia peggio

Sonno e fame sono collegati www.ilserenissimoveneto.it

Luca Antonelli

6 Agosto 2025

Dormire male altera il cervello e ti spinge a scegliere cibi sbagliati: ecco cosa succede.

Ti alzi già stanco, apri la dispensa e cerchi qualcosa di veloce, magari dolce o salato, purché soddisfi subito. Non è fame vera, è una fame nervosa che nasce da una notte dormita male. E non è solo una sensazione: è il cervello che, quando non ha riposato abbastanza, perde il controllo su cosa desidera e spinge verso scelte alimentari peggiori. Chi dorme poco, spesso, mangia male. Non per mancanza di volontà, ma per un meccanismo biologico preciso che coinvolge ormoni, autocontrollo e impulsi di gratificazione.

Non serve soffrire d’insonnia per cadere in questo schema: bastano 3 o 4 notti da 5 ore, e la fame cambia forma. Aumentano i desideri improvvisi, soprattutto per cibi ricchi di grassi, zuccheri o sale. E i pasti diventano più abbondanti, disordinati, compulsivi. È il corpo che, in mancanza di sonno, cerca energia rapida. Ma finisce per rallentare tutto.

Cosa succede nel cervello quando non dormi abbastanza

Quando il sonno è insufficiente, il cervello fatica a regolare gli stimoli legati al cibo. Le aree che controllano la razionalità e l’autocontrollo rallentano, mentre quelle legate al desiderio e alla gratificazione si attivano di più. In pratica, è più difficile dire di no a qualcosa di goloso, e più facile lasciarsi andare a uno spuntino impulsivo.

Chi dorme poco mangia peggio
Una notte insonne ti spinge a mangiare male il giorno dopo www.ilserenissimoveneto.it

Un altro fattore è la variazione degli ormoni che regolano l’appetito: la grelina aumenta, stimolando la fame, mentre la leptina cala, riducendo il senso di sazietà. Così anche dopo aver mangiato, si continua ad avere voglia di altro. Questo porta ad abbuffate, attacchi di fame fuori orario, oppure a quella sensazione di “buco allo stomaco” che arriva senza motivo apparente.

Il corpo, privato del riposo necessario, interpreta la stanchezza come un calo energetico da compensare con il cibo. E lo fa chiedendo le fonti più veloci: carboidrati semplici, zuccheri, snack salati, tutti alimenti che danno un picco, ma poi lasciano più spossati di prima. E così il circolo si ripete.

Dormire meglio per mangiare meglio: un equilibrio che parte dalla notte

Non si tratta solo di recuperare energie. Dormire bene mette in ordine anche il modo in cui si mangia. Le persone che riposano tra le 7 e le 8 ore ogni notte tendono ad avere più autocontrollo, meno voglie improvvise, e scelte alimentari più equilibrate. Non servono diete rigide, ma un corpo più lucido, meno sotto pressione.

La fame nervosa, in realtà, è spesso una fame di riposo. E combatterla a colpi di cibo è come spegnere un allarme coprendolo con la mano. Non risolve il problema, lo sposta. Solo ristabilendo il ritmo del sonno si può interrompere la spirale fame–stanchezza–cattiva alimentazione che logora nel tempo e peggiora anche l’umore.

Chi ha provato a dormire di più per qualche settimana lo racconta con sorpresa: meno voglia di zuccheri, più chiarezza mentale, meno attacchi di fame improvvisi. Il corpo smette di elemosinare energia, perché la riceve dal riposo. E il cibo torna ad avere un ruolo più sereno, più vero.

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