‘Risalito dal passato un mondo sommerso’, resti di una villa marittima romana riaffiorano nella Laguna nord di Venezia

a.fabiani@newscom.it

2 Agosto 2025

Un’antica residenza romana di lusso è riemersa tra i canali e le acque limacciose di Lio Piccolo, nell’area della Laguna nord di Venezia. La scoperta, confermata da archeologi e geologi, racconta una pagina sconosciuta della storia veneta sommersa sotto il livello del mare da secoli.

Un sito sommerso nella laguna: cosa è stato trovato

Nascosta sotto metri di sedimenti e acqua salmastra, una villa romana marittima sta lentamente tornando alla luce nelle acque della Laguna nord di Venezia, nella zona di Lio Piccolo, frazione del comune di Cavallino-Treporti. I primi segnali della presenza di strutture antiche sommersa erano emersi già nel 2021 grazie a ricognizioni con sensori multibeam e rilievi geofisici effettuati dal CNR-ISMAR e da altre istituzioni scientifiche.

Negli ultimi mesi, però, le condizioni favorevoli dell’acqua e l’avanzamento delle tecniche di indagine hanno permesso agli archeologi di identificare una vera e propria villa romana, costruita presumibilmente tra il I secolo a.C. e il II secolo d.C. Tra i resti visibili e documentati ci sono muri perimetrali, pavimentazioni in cocciopesto, frammenti di colonne, e perfino tracce di mosaici decorativi ormai erosi dal tempo. Si tratta di strutture costruite su pali lignei, un metodo ingegnoso già noto in età antica per costruire su zone umide e lagunari.

La villa si estendeva su una superficie ampia e faceva parte di un insediamento costiero romano, forse dotato di un piccolo approdo privato. In epoca romana, l’area della Laguna nord era parzialmente emersa e ricca di scambi commerciali marittimi con Aquileia, Ravenna e l’entroterra veneto. I resti di questa residenza confermano la presenza di famiglie benestanti che sceglievano il litorale lagunare per costruire residenze estive o proprietà agricole con accesso al mare.

Perché la scoperta è così importante per la storia di Venezia

Questa scoperta cambia radicalmente ciò che sappiamo sull’evoluzione dell’area lagunare. Il ritrovamento della villa suggerisce che già in epoca romana la Laguna fosse abitata in modo stabile, con insediamenti complessi e strutture di alto livello architettonico. Fino a pochi anni fa, si riteneva che l’intera zona lagunare fosse per lo più instabile e poco abitata fino all’Alto Medioevo, quando Venezia cominciò a svilupparsi come città-porto. Ma il sito di Lio Piccolo racconta un’altra storia.

Gli studiosi ipotizzano che il progressivo innalzamento del livello del mare e lo sprofondamento naturale del suolo abbiano sommerso completamente il complesso, nascondendolo per secoli. Oggi, grazie alle ricognizioni subacquee e alla tecnologia lidar adattata all’ambiente lagunare, si possono osservare le piante degli edifici e delle strade che una volta collegavano queste ville alla terraferma. Si tratta di un patrimonio archeologico sommerso che rischiava di andare perduto, ma che ora potrebbe diventare oggetto di studio internazionale e fonte di nuovi itinerari culturali e scientifici.

La villa di Lio Piccolo non è un caso isolato. In altre zone del litorale veneto, da Altino a Caorle, sono emerse tracce di antichi porti, magazzini, e altri complessi abitativi, segno che la civiltà romana aveva colonizzato profondamente anche le aree più periferiche e acquatiche del Nord Adriatico.

Cosa accadrà ora e come sarà protetto il sito sommerso

Il sito è stato immediatamente inserito tra quelli di interesse archeologico da parte della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna. Tuttavia, la sua posizione rende molto difficile un intervento tradizionale di scavo o restauro. Si trova infatti in un’area soggetta a maree, moti ondosi e forti correnti, che rischiano di danneggiare ulteriormente le strutture emerse.

Per questo motivo, il team di ricerca guidato da esperti del CNR e delle università di Ca’ Foscari e IUAV ha avviato un progetto di documentazione digitale avanzata, utilizzando scanner subacquei 3D e fotogrammetria ad alta definizione. L’obiettivo è creare una mappa interattiva e un modello virtuale della villa che permetta a studiosi e visitatori di esplorarla anche a distanza, magari tramite visori VR o tour online.

Nel frattempo, si valuta l’ipotesi di istituire un’area archeologica lagunare protetta, che possa diventare un esempio di tutela ambientale e valorizzazione culturale in uno degli ecosistemi più delicati e affascinanti d’Italia.

La villa riaffiorata a Lio Piccolo non è soltanto un segno tangibile della presenza romana nella laguna. È la prova che sotto le acque di Venezia giace ancora un intero mondo sommerso, in parte intatto, pronto a raccontarci ciò che nessuno ha mai potuto vedere.

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