L’anno 2025 porta con sé importanti novità per i pensionati italiani. Tra rivalutazioni, tassi ridotti e nuove regole sui coefficienti di trasformazione, cambiano non solo gli importi, ma anche le modalità di calcolo delle pensioni. In questa guida approfondita vedremo come cambiano i trattamenti minimi, quali saranno gli aumenti in base alle fasce di reddito e cosa comporta la revisione dei coefficienti contributivi. Una panoramica chiara e aggiornata per orientarti tra le nuove mensilità in arrivo.
Aumento dei minimi e aggiornamento del trattamento pensionistico
Dal 1° gennaio 2025, grazie alla rivalutazione provvisoria dello 0,80% – che tiene conto dell’inflazione 2024 – gli importi del trattamento minimo salgono fino a 603,40 € al mese (circa 7.844 € annui). Inoltre, per le pensioni minime è previsto un ulteriore aumento dello 0,2%, che porta l’importo complessivo a 616,67 € mensili, grazie a una maggiorazione straordinaria prorogata anche per il 2025. Questo doppio incremento garantisce un sostegno concreto ai percettori dei trattamenti più bassi.
Rivalutazione differenziata per fasce di reddito
L’adeguamento del 2025 non è uniforme: si applica secondo un modello a fasce. Le pensioni fino a 4 volte il minimo (fino circa 2.394 €) beneficiano della rivalutazione piena dello 0,80%. Le pensioni tra 4 e 5 volte il minimo ricevono il 90% dell’aumento (0,72%), mentre le pensioni oltre 5 volte il minimo ricevono solo il 75% dell’aumento (0,60%). Ciò garantisce maggiore equità, poiché le pensioni più basse vengono pienamente adeguate all’inflazione.
Nuovi coefficienti di calcolo dal sistema contributivo
Chi andrà in pensione dal 2025 con il sistema contributivo puro dovrà fare i conti con coefficienti di trasformazione più bassi rispetto al passato. Il decreto del Ministero del Lavoro del 20 novembre 2024 ha infatti ridotto i coefficienti biennali applicabili al montante contributivo: ad esempio, a 60 anni scenderanno a 4.536% rispetto al 4.615% del biennio precedente. Questo comporta assegni pensionistici più contenuti a parità di età e contributi, con una riduzione di circa 200 € l’anno su rendite elevate.
Cosa cambierà per i pensionati nel 2025
Dal punto di vista pratico, la circolare INPS 23 del 28 gennaio 2025 ha ufficializzato l’applicazione di queste nuove tabelle e procedure di calcolo, coprendo oltre 20 milioni di pensionati in Italia. Cambia l’importo minimo garantito, si applica la rivalutazione per fasce e si introducono coefficienti contributivi più restrittivi. Chi già percepisce una pensione continuerà a beneficiare della rivalutazione, mentre i nuovi pensionandi con sistema contributivo vedranno assegni più bassi. È dunque importante monitorare il proprio estratto contributivo e capire se si rientra nelle categorie più penalizzate dalle modifiche.
In sintesi, il 2025 porta una rivalutazione modesta ma significativa per i minimi e un sistema più selettivo per le pensioni di importo elevato o liquide con metodo contributivo. La chiave per orientarsi resta informarsi con precisione: confronta il tuo importo pensionistico con le nuove soglie e valuta se rientri nelle fasce di aumento integrale o punteggiato.